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Vulcaia Fumè 0.75

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Annata 2020
Vitigni 100% Sauvignon Blanc
Alcol 14.5 %
Temperatura di servizio 12/14 °C
Tipologia Bianco
Abbinamenti ABBINAMENTI CONSIGLIATI SONO SALMONE AFFUMICATO, CAVIALE, BOTTARGA, TEMPURA. CON I PIATTI DELLA TRADIZIONE: TRIPPA AL SUGO, FEGATO ARROSTITO E ALLA VENEZIANA, ROGNONE, ZUPPA DI CIPOLLA, BACCALÀ ALLA VICENTINA. VELLUTATA DI ZUCCA E ZUPPA DI CIPOLLA
Denominazione Veneto IGT
Formato 0.75 l

L'idea, come già con il Vulcaia Sauvignon, era quella di far conoscere il territorio del Soave, non ancora attraverso il suo vino Classico, ma con una interpretazione del Sauvignon. La versione fermentata in legno dello stesso vino, che abbiamo chiamato Vulcaia Fumé, ha ottenuto fin dall'inizio un notevole interesse a causa della sua grassezza e della potente componente di frutta tropicale, caffè ed agrumi e note aromatiche floreali. Interpretazione del Sauvignon su terreno vulcanico prodotto nella zona del Soave Classico.

Note degustazione

Color giallo intenso. Al naso sentori di caffè e spezie. Al palato spesso con sentori di frutta secca e agrumi , lungo e persistente il finale.

Cantina

La cantina Inama racchiude la storia e lo spirito di un uomo in anticipo sui tempi e dalle grandi intuizioni, Giuseppe Inama, che iniziò fin dagli anni Cinquanta a investire in vigneti sul monte Foscarino, da lui considerato la collina più prestigiosa del territorio di Soave. All'epoca il concetto di Classico non era ben chiaro e, dopo anni di duro lavoro, grazie anche alle interpretazioni di Giuseppe, il territorio vulcanico del monte Foscarino si è oggi imposto come la culla di alcuni dei migliori vini bianchi italiani. Giuseppe Inama cominciò a produrre le prime bottiglie solamente nel 1991: si trattava di Sauvignon, una varietà nuova per l'area. Nacque così il Vulcaia Sauvignon, un vino che ben rispecchiava la volontà di Giuseppe di far conoscere il territorio del Soave, non attraverso il suo vino più tipico, bensì grazie ad una interpretazione di grande prestigio del Sauvignon. Giuseppe è scomparso pochi anni fa e la cantina Inama è passata al figlio Stefano, che si sta confermando come uno dei produttori più validi nel panorama vitivinicolo italiano. Le sue scelte hanno molto spesso rappresentato una rottura di schemi rispetto al passato, ma hanno contribuito notevolmente al progresso della enologia nazionale. L'acquisto di nuovi vigneti sui Colli Berici gli ha permesso di produrre grandi vini rossi, in gradi di porsi allo stesso livello dei bianchi.